La prima cosa che voglio fare è ringraziare le persone che hanno permesso tutto questo, con la loro dedizione, il loro impegno e sostegno economico. Credo che la dr.ssa Redaelli, la presidente dell‘ AUS, sigr.a Oliva e dell’ASBIN, sig. Zuccollo, siano la somma di tutti coloro che dobbiamo ringraziare oggi.
Faccio lo psicologo e lo psicoterapeuta, in Ospedale mi occupo di bambini, di ragazzi e di genitori, all’interno di un’equipe multidisciplinare composta dai medici (chirurghi, fisiatri, urologi, ginecologi , neonatologi, andrologi neuropsichiatri Infantili, pediatri), da riabilitatori, da fisioterapisti ed infermieri che fanno parte del Centro Spina Bifida dell’Unità Spinale di Niguarda. Quest’equipe funziona grazie al contributo dell’Istituzione Ospedaliera e grazie al supporto importante, organizzativo ed economico, dell’ASBIN.
Noi ci occupiamo di piccoli bambini, di ragazzini e ragazzine, di adolescenti, di giovani uomini e donne che, fin dalla nascita, hanno una disabilità che riguarda l’apparato motorio, quello sfinterico e che devono affrontare, nell’arco della loro vita, tutta una serie di problematiche di tipo motorio, urologico, ortopedico, chirurgico, neurologico e neuropsicologico.
Occuparci di questi bambini, di queste future persone, significa in primo luogo fornire le cure mediche e riaibilitative necessarie.
Occuparci di queste persone significa però anche pensare a come stanno, a come si sentono, a come si adattano alle varie situazioni della loro vita. A come riescono a crescere sviluppando quel senso di autonomia, di indipendenza e di forza caratteriale che gli permetterà di affrontare il mondo.
Occuparci di queste persone significa costruirsi uno spazio fisico e mentale per pensare ai loro genitori, alle fatiche di chi con la quotidiana dedizione supporta la crescita di un figlio disabile.
Occuparci di questi bambini vuol dire pensare a chi li riceve nel mondo, agli insegnanti ed agli educatori, affinché comprendano chi sta davanti a loro e rinforzino lo sviluppo di personalità autonome ed indipendenti ( per quello che si può.)
Quindi, prendersi cura di questi bambini e ragazzi, di queste future donne e uomini, significa poter intervenire nella narrazione che faranno della loro storia personale e della loro vita, attraverso esperienze significative, individuali e di gruppo,.
Per questo oggi sono felice……Perché tutti i progetti che si prendono cura, che supportano, che rinforzano lo sviluppo dei nostri bambini, sia a livello individuale che di gruppo, rivolti a loro, ai loro genitori, alle sorelle e fratelli, alle famiglie, al mondo scolastico, che faticosamente abbiamo messo in piedi in questi anni e, soprattutto, tutti quelli che sono rimasti nei cassetti, o nella testa di noi operatori, dei genitori, dei bambini stessi, trovano oggi un luogo fisico, una casa, uno spazio di Vitalità e di Vita…Questo!!!
Dr. Paolo Gelli – consulente psicologo ASBIN Onlus