In condizioni normali l’urina, prodotta dai reni, viene convogliata, tramite un condotto che si chiama uretere, nella vescica, organo deputato alla sua raccolta.
La capacità della vescica di contenere una certa quantità di urina dipende sia dalla estensibilità della sua parete, sia dalla efficienza dello sfintere, cioè di una struttura che impedisce all’urina di defluire nell’uretra, ossia nel tratto finale delle vie urinarie, quello che comunica direttamente con l’esterno.
Durante la minzione, la muscolatura della parete della vescica si contrae e lo sfintere si rilascia, in modo da permettere l’espulsione dell’urina.
I bambini affetti da Spina Bifida non sono in grado di controllare lo sfintere urinario e quello anale, per cui si può avere:
- impedimento allo svuotamento (ritenzione e stitichezza ostinata);
- incontinenza (perdita involontaria) urinaria e fecale.
Possibili conseguenze della ritenzione sono:
- cistite, infezione causata da un ristagno di urina nel corpo;
- formazione di calcoli;
- pielofrenite, infezione dei reni e della pelvi renale.
Purtroppo, molte persone affette da Spina Bifida non si rendono nemmeno conto di aver contratto un’infezione urinaria, perché la lesione neurale li priva della sensibilità al dolore; inoltre, la terapia normalmente consigliata nella cura delle cistiti (somministrazione di antibiotici e di liquidi extra) non è molto efficace, poiché in questi casi la vescica si svuota a fatica, rendendo difficile la depurazione.
Uno dei metodi più sicuri per assicurarsi un funzionamento ottimale dell’apparato urinario e scongiurare il rischio di infezioni è il cateterismo intermittente, cioè l’inserimento di uno stretto tubicino lungo l’uretra, fino alla vescica, in media 5 volte al giorno.
Per contrastare i disturbi degli apparati urinario e intestinale sono necessarie:
- una dieta appropriata, che preveda l’assunzione di molti liquidi, di cibi ad alto contenuto di fibre, di vitamina C, verdura e frutta in genere – in particolare, prugne e succo di mirtillo;
- un’educazione allo svuotamento regolare dell’intestino;
- controlli medici regolari.
In particolare, in caso di stitichezza possono essere sfruttati i riflessi gastrointestinali nonché terapie che facilitano la compressione addominale; molto spesso si ricorre alla somministrazione di emulsione di olio di vaselina, a supposte di glicerina o a clisteri.
Nel complesso, questi interventi, se attuati correttamente, danno buoni risultati; nei casi molto gravi, in cui le infezioni si ripresentano di continuo e le funzioni renali deteriorano, è possibile ricorrere alla chirurgia.
Testi tratti da: www.spinabifidaitalia.it